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Personal AI: le AI che estendono le capacità dell’uomo

Si chiamano Personal AI e sono Intelligenze Artificiali concepite per estendere le capacità della mente umana. Fornite spesso come servizio in cloud, facilmente accessibili attraverso smartphone o altri dispositivi connessi ad Internet, questi strumenti offrono alle persone la possibilità di aumentare le proprie capacità celebrali demandando una parte di esse a strumenti tecnologici che diventano vere e proprie “estensioni” del corpo umano.

Proviamo ad immaginare di voler migliorare la nostra capacità di memorizzare i ricordi sfruttando una memoria artificiale esterna al nostro corpo ed accessibile in qualsiasi momento in modo facile e veloce.

Facciamo un esempio: ci capita di incontrare una persona di cui non ricordiamo il nome, il luogo in cui l’abbiamo conosciuta e quanto tempo è passato dall’ultima volta che l’abbiamo incontrata. Interviene in nostro aiuto il nostro dispositivo mobile che, collegato ad una piccola webcam e ad un microfono installati nella montatura dei nostri occhiali, rileva il volto della persona che abbiamo incontrato e sulla base delle informazioni raccolte in tutti gli incontri avvenuti in precedenza, mette a nostra disposizione i suoi dati personali, i giorni i luoghi e gli orari di ogni nostro incontro, gli argomenti trattati e i toni stessi delle nostre conversazioni (!!!).

Tutte le informazioni sul soggetto vengono quindi presentate nel formato che a noi risulta più intelligibile, magari comparendo nei nostri occhiali dotati di realtà aumentata alla maniera del film film Anon di Andrew Niccol.

Anon è un film del 2018 scritto e diretto da Andrew Niccol con protagonisti Clive Owen e Amanda Seyfried

Le tecnologie a disposizione per realizzare questo sogno sono tutte disponibili e sono applicazioni del Machine Learning: computer vision e natural language processing.

Questo tipo di esperienza è replicabile attraverso qualcosa di diverso rispetto alla memoria. Immaginiamo di veder comparire sui nostri occhiali olografici il risultato di una qualsiasi operazione che abbiamo recitato ad alta voce senza il bisogno di digitare i tasti di una calcolatrice; o di poter ascoltare il contenuto di una voce di Wikipedia solo recitando il nome di un personaggio o di un evento storico.

È facile immaginare che strumenti come questi possono aiutare soggetti fragili a compensare disturbi delle capacità fisiche e cognitive. Ma va detto che nei soggetti sani queste esperienze diventeranno presto uno stile di vita di cui non potremo più fare a meno.

Verso la fine del 2021 Amazon ha introdotto una nuova funzionalità in Alexa che prende il nome di Conversation Mode: questa funzionalità permette all’assistente virtuale di impegnarsi in conversazioni libere, inserendosi nel dialogo tra le persone presenti in un ambiente, proponendo valutazioni o approfondimenti. Questa modalità di utilizzo rappresenta un potenziale miglioramento della conversazione che si arricchirà di riferimenti estrapolati da Wikipedia, considerazioni basate su contenuti web ed aggiornamenti raccolti dai notiziari.

Personal.ai è una piattaforma tecnologica in versione beta che promette di estendere la memoria delle persone oltre le naturali capacità. O come recita il sito web ufficiale: “Dimentichiamo l’80% delle esperienze che viviamo ogni giorno. Una AI personale, costruita sui tuoi ricordi digitali, richiama alla memoria ogni cosa lasciandoti libero di concentrarti sulle cose che contano. La tua AI personale porterà alla tua attenzione le informazione che potresti aver dimenticato, recuperandole da riunioni, conversazioni, note personali, il tuo feed di Twitter e altro ancora”.

Queste tecnologie nuove o solo potenziali rappresentano certamente una evoluzione nella comunicazione umana ma non vanno usate in maniera impropria: ogni soggetto ha bisogno di una formazione culturale di base, sia scientifica che umanistica, indispensabile per un corretto sviluppo della persona: solo un soggetto maturo può trarre il massimo beneficio da uno strumento tecnologico di questo tipo.