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ELIZA: 5 curiosità sul primo chatbot della storia

ELIZA è stata la prima macchina che sapeva parlare con gli utenti. Ma era davvero un software intelligente? Ecco cinque curiosità da scoprire sul primo chatbot della storia.

Nella storia della tecnologia c’è sempre un pioniere. Sono macchine dal funzionamento non sempre perfetto, ma che hanno ad ogni modo il merito di aprire una frontiera per il futuro.

Nella storia dei chatbot questo pioniere ha un nome preciso, si chiama ELIZA, un piccolo software che negli anni Sessanta diventa la prima macchina che parla con gli utenti con una serie di domande e risposte.

Conosciamo meglio la mamma dei chatbot ELIZA con cinque curiosità.

Eliza nasce da un matematico tedesco

L’inventore di ELIZA ha una storia incredibile da raccontare. Si chiama Joseph Weizenbaum, nasce a Berlino, da genitori ebrei, ma poi poco prima dello scoppio della Seconda Guerra Mondiale emigra negli Stati Uniti. Qui inizia a studiare matematica, ma poi interrompe i suoi studi per arruolarsi nell’esercito.

Dopo la guerra torna alla sua passione e sul finire degli anni Sessanta, tra il 1964 e il 1966, sviluppa una macchina per simulare una conversazione con uno psicoterapeuta.

Come funzionava ELIZA

ELIZA si attivava grazie a una logica condizionale. La macchina sapeva riconoscere le parole chiavi all’interno delle frasi e di conseguenza creava delle frasi, associandole proprio a quelle parole. Il software era utilizzato per gestire una conversazione di natura medica, più nel dettaglio, simulava la relazione tra un paziente e il suo psicoterapeuta.

Grazie alle sue qualità ELIZA è stato il primo programma della storia a superare il test di Turing, il criterio usato per comprendere se una macchina è un grado di pensare.

Si può parlare di intelligenza artificiale?

Nel caso di ELIZA siamo ancora molto lontani da una macchina davvero intelligente. L’intelligenza artificiale con il processo di apprendimento automatico, saranno perfezionate negli anni a venire. Eppure la macchina riusciva ad essere credibile grazie allo stratagemma ideato dal genio di Weizenbaum.

In parole semplici, la macchina non aveva bisogno di avere molte info sulla materia di cui doveva occuparsi. Le sue risposte al paziente erano sempre effettuate con la forma di domanda, un po’ come uno psicoterapeuta reale che non dà quasi mai la sua opinione al paziente, ma prova con domande ad hoc a farlo parlare, per capire.

Perché ELIZA?

ELIZA viene chiamata così per omaggiare Eliza Doolittle, la fioraia, un po’ incolta, protagonista della commedia Pigmalione dell’autore britannico, George Bernard Shaw, l’opera che avrebbe poi ispirato il celeberrimo film, Pretty Woman, con protagonista Julia Roberts.

ELIZA è ancora attiva

Se vuoi parlare con ELIZA e comprendere il suo funzionamento puoi farlo anche oggi. Collegandoti al link https://www.masswerk.at/eliza, puoi confrontarti con il primo chatbot della storia.

I chatbot si prestano a mille usi, anche a quelli più sorprendenti. Scoprili qui.